Eve
Etiopia, 2006
Eve è il reportage dedicato alla vita delle donne Wolayta. Una settantina di foto in bianco e nero racconta, in quella che è considerata la culla del genere umano – l’Etiopia – un mondo di donne che tessono, lavano, arano, seminano, trasportano enormi fascine di legna, danno alla luce bambini. Un mondo interamente controllato dall'uomo che nella società Wolayta occupa una posizione privilegiata e di dominio sulla donna.
In particolare Eve affronta il tema dell'infibulazione, documentando questa drammatica realtà che segna l'ingresso della donna nell'età adulta e la sua pienezza del riconoscimento sociale. Per le donne etiopi, infatti, questo è il primo atto di un lento e progressivo apprendistato al dolore, verifica della capacità di sopportare prove difficili, raggiungimento della pienezza del ruolo loro assegnato, preghiera di fertilità e di desiderabilità agli occhi maschili. Osservando la quotidianità delle donne Wolayta, ho documentato solo una delle tante realtà appartenenti alle 100/140 milioni di donne che nel mondo, prevalentemente nell'Africa Subsahariana, hanno subito una qualche forma di mutilazione o modificazione dei genitali.
EVE is the reportage dedicated to Wolayta women. About 70 photographs in black and white show the women’s world in a place, which is considered the cradle of mankind, Ethiopia, a world of women busy to weave, wash, plow, sow, carry huge wood bundles, and give birth to babies. A world, where man is the sole controller, because in the Wolayta society man has a privileged and woman-domineering position.
EVE deals particularly the theme of infibulation, showing documents about this dramatic problem, which marks the entry of women into adulthood and their social admission. For Ethiopian women this is the first experience of a slow and progressive pain training, a control of their ability to bear hard tests, the full achievement of their role, a wish of being fertile and desirable before man’s eyes. Through the observation of Wolayta women’s everyday life I supplied with documentary evidence just one of the many examples concerning a number of 100 to 140 million women in the world, who suffered some form of genitals mutilation or modification, especially in the Sub-Saharian African area.
