Si tratta di un workshop “letteralmente fotografico” della durata di quattro giorni nel meraviglioso Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Il tema affronta i diversi modi del raccontare attraverso immagini e parole.
Il workshop è destinato ai cercatori dello spirito dei luoghi, dal reportage descrittivo alla storia fortemente interpretata, da rintracciare anche con interviste, articoli, racconti, poesie, tweet, sms, in breve con tutti i modi in cui possa esprimersi la fotografia e la parola scritta.

Nell’immediato ci si propone di fissare nella memoria dei singoli partecipanti e in quella collettiva l’anima unica e irripetibile del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, una comunità ricca di storia e tradizioni popolari, di leggende affascinanti e misteri antichi come il mondo. Che fine ha fatto, ad esempio, la Sibilla, la fata incantatrice che ha dato il nome a una cima della catena appenninica, cui il virtuoso Guerrin Meschino seppe resistere come Ulisse con le sirene? E perché mai Pilato finì per morire nel lago che porta il suo nome, dopo essersi lavato le mani del destino di Gesù? E dove si nascondono i mazzamurelli, i folletti che battevano contro le mura delle case per mandare messaggi dall’aldilà? E come si concilia la natura schiva e lavoratrice dei contadini di Castelluccio di Norcia e dintorni con la presenza in un passato neanche tanto distante di torvi negromanti e conturbanti streghe?

Ai viaggiatori che parteciperanno al worskshop, dunque, il compito di riportare alla luce l’anima stratificata di questa terra.
Nel lungo periodo, invece, si ambisce a comporre un grande affresco del nostro Paese, pieno di echi misteriose di epoche passate, zeppo di suggestioni senza tempo, ricco di genti nelle cui vene scorre sangue da condottieri anche quando vivono appartati come lupi.

Ad Alessandra Cicalini (giornalista freelance) l’impegnativo compito di introdurre i procacciatori di storie nelle tecniche di base di composizione di un’intervista, un articolo, un testo qualsiasi.
Al sottoscritto il compito di fornire una lettura immediata delle opere fotografiche indicando i punti critici, gli elementi deboli, fornendo le possibili alternative al processo compositivo degli autori.
Il resto lo farà il paesaggio circostante e gli occhi degli abitanti che di volta in volta incroceremo. Soprattutto, conterà moltissimo la nostra capacità di farcene assorbire, con rispettosa, intensa partecipazione.

informazioni e prenotazioni

Workshop di fotografia sui Sibillini

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